Non sei loggato
Home
1981-1990: un Mundial da favola

Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1981-1990

Un Mundial da favola

 


11 luglio 1982: dopo 44 lunghissimi anni la nazionale italiana di calcio vince per la terza volta il titolo di campione del mondo. Avviene in Spagna, al termine di un Mundial controverso ed esaltante. Controverso perché la partenza è lenta, con tre striminziti pareggi nell’agevole girone eliminatorio che comprende Camerun, Polonia e Perù; esaltante perché dai quarti di finale in avanti la squadra diretta da Enzo Bearzot si trasforma eliminando Argentina, Brasile e Polonia e sconfiggendo nella finale di Madrid la Germania per 3 a 1. L’eroe di questa galoppata trionfale è Paolo Rossi, che segna tre gol al Brasile in un fantastico 3 a 2 e si laurea capocannoniere del torneo con sei centri: tre al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania. Il titolo mondiale esalta il mondo del calcio, ne resta contagiato anche un imprenditore non ancora votato alla politica, Silvio Berlusconi, che nel 1986 diventa presidente del Milan e lo fa grande con una serie di acquisti sensazionali, tra cui tre fuoriclasse olandesi che rispondono ai nomi di Gullit, Van Basten e Rijkaard. La squadra viene affidata ad Arrigo Sacchi e fioccano le vittorie, soprattutto in Europa: due Coppe dei Campioni consecutive nel 1989 e nel 1990. Ma il decennio calcistico fa registrare anche un episodio tragico: la strage dell’Heysel. Avviene il 29 maggio 1985. Heysel è il nome dello stadio di Bruxelles dove Juventus e Liverpool devono giocare la finale della Coppa dei Campioni. Ma prima che l’incontro cominci scoppiano tumulti tra gli hooligan e i tifosi bianconeri. Lo stadio è piccolo, la sicurezza inesistente e accade l’inimmaginabile: crolla un muro, il pubblico che riempie la curva viene travolto e nella calca muoiono 38 tifosi juventini. La partita si gioca lo stesso in un clima surreale e la Juventus vince la sua prima Coppa europea grazie a un rigore inventato dall’arbitro per tener buona la gente. Segna Platini, ma la vittoria della Juventus è priva di gioia.

Anche l’automobilismo è scosso da una tragedia. L’8 maggio 1982 il canadese Gilles Villeneuve, autentico idolo dei tifosi, muore al volante della sua Ferrari durante le prove del Gran Premio del Belgio che si svolgono a Zolder. L’incidente è terrificante nella sua spettacolarità. Villeneuve viaggia a 220 all’ora, quando si trova davanti la March di Jochen Mass. Non riesce a evitarla e la sua Ferrari vola in aria per andare a schiantarsi venti metri più avanti. Villeneuve ha soltanto 32 anni. Lascia la moglie e un figlio, Jacques, che ne raccoglierà l’eredità e quindici anni dopo diventerà campione del mondo di Formula 1, portando a casa quel titolo che il padre non aveva fatto in tempo a conquistare.

Nel 1983 l’Italia scopre la vela, merito di una barca affascinante, l’Azzurra, messa in acqua dallo Yacht Club Costa Smeralda, che prende parte all’America’s Cup che si svolge in Australia e costringe la gente a fare le ore piccole davanti alla TV a tifare per lo skipper Cino Ricci e per il timoniere Mauro Pelaschier. Gli appassionati di sport imparano termini nuovi come "bolina", "fiocco", "strambare", "lascare". Azzurra alla fine si aggiudica il terzo posto. Un risultato eccezionale che verrà migliorato solo nel 1992 dal Moro di Venezia di Raul Gardini che si piazzerà secondo.

Il 1983 è un anno d’oro per la pallacanestro italiana. La nazionale guidata a bordo campo da Sandro Gamba e in campo da Dino Meneghin vince i campionati europei che si disputano in Francia battendo in finale la Spagna. Ma non è tutto. Una piccola cittadina lombarda, Cantù, sale a sua volta sulla vetta d’Europa conquistando la Coppa dei Campioni per club. Pesaro vince la Coppa delle Coppe e Vicenza la Coppa dei Campioni femminile. Un risultato complessivo irripetibile.

Dopo aver vinto il suo primo Giro d’Italia nel 1979, a soli 22 anni, Giuseppe Saronni nel 1983 concede il bis. È una vittoria relativamente facile, considerati i rivali (secondo chiude Roberto Visentini, terzo lo spagnolo Alberto Fernandez). Esaltante invece il Saronni del 1982 che a Goodwood, Gran Bretagna, vince il Mondiale con una progressione straordinaria nell’arrivo in leggera ascesa. Saronni fa palpitare gli appassionati di ciclismo anche grazie all’acerrima rivalità con Francesco Moser. Per il campione trentino indimenticabile è il 1984, anno in cui coglie tre risultati eccezionali: a Città del Messico fa suo il record dell’ora con 51,151 chilometri detronizzando Eddy Merckx che lo deteneva da dodici anni, poi si aggiudica la Milano-Sanremo e il Giro d’Italia grazie a una strepitosa ultima tappa a cronometro durante la quale riesce a colmare lo svantaggio dal francese Laurent Fignon.

 

Ai Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984 l’Italia fa il pieno: ben 32 medaglie, di cui 14 d’oro. Non è presente l’Urss, che restituisce agli Usa il boicottaggio di quattro anni prima, ma nessun sovietico sarebbe riuscito a resistere all’accelerazione prodotta da Alberto Cova nell’ultimo giro dei 10.000 metri. Già campione del mondo nel 1983, Cova raggiunge l’apice della sua carriera con l’oro olimpico. E non è il solo a trionfare nell’atletica: lo imita Alessandro Andrei nel lancio del peso e, a sorpresa, Gabriella Dorio che si aggiudica i 1500. Le altre medaglie arrivano dalla scherma, dal pentathlon, dalla lotta greco-romana, dal ciclismo, dal tiro, ma quella più importante, che dà il via a un ciclo, è dei fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale che vincono il "due con" di canottaggio, guidati dal timoniere Di Capua. I fratelloni di Castellamare di Stabia sono destinati a diventare un simbolo dello sport italiano.

 

 

 

 

Nel 1988 un bolognese di 22 anni, un "cittadino", vince due medaglie d’oro alle Olimpiadi invernali di Calgary nello slalom speciale e nel gigante. Si chiama Alberto Tomba, che presto diventerà famoso in tutto il "circo bianco" come "Tomba la bomba". L’Italia si esalta alle sue prodezze, diventa da un giorno all’altro un popolo di sciatori e sta col naso incollato alla TV per non perdere neppure una frazione di secondo delle gare. Per vedere scendere Tomba il 27 febbraio 1988 la Rai interrompe persino il Festival di Sanremo. Un atto d’amore impensabile. Gran festa del volley azzurro nel 1990 quando a Rio de Janeiro la nazionale conquista il titolo mondiale per la prima volta nella sua storia.

 

 

 

Elenco delle puntate