Disturbo borderline di personalità: continuità e discontinuità nel trattamento
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Il disturbo borderline di personalità è una grave patologia, associata a elevati rischi per la salute e per la vita, purtroppo ancora mal riconosciuta. Il termine viene più spesso utilizzato e percepito come etichetta stigmatizzante che sta a indicare il paziente “indesiderabile”.
C’è continuità tra antecedenti infantili e sviluppo della personalità (patologica) dell’adulto, ma al tempo stesso c’è discontinuità in quanto una parte dell’eziogenesi del disturbo bordeline di personalità può dipendere dall’esposizione a traumi. Anche la cura si ripropone alla luce di questa dicotomia imprescindibile: la continuità assistenziale viene interrotta provocatoriamente dai pazienti, ma al tempo stesso è affermazione di autonomia.
La ricerca difficile della compliance e della collaborazione attiva al trattamento, nel rispetto dell’autonomia del paziente, rovescia il paradigma paternalistico che ha caratterizzato lo sviluppo della psichiatria moderna postospedaliera. Le peculiari risposte emotive degli operatori ripropongono l’organizzazione del lavoro in équipe complesse e multidisciplinari, ma con una nuova richiesta di formazione e di competenza professionale.
L’evoluzione del disturbo nel tempo, la cui prognosi appare oggi meno drammatica che in passato, rende evidente che le pratiche di salute mentale necessitano dell’integrazione dei servizi di Psichiatria dell’infanzia, dell’adulto e delle dipendenze, proprio perché i casi di disturbi borderline di personalità seguiti dai Servizi di salute mentale sono in aumento.
Autori
Michele Sanza dirige il Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell'Azienda USL di Cesena. Già docente presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Bologna, è membro del Direttivo nazionale della Sezione Dipendenze patologiche della Società Italiana di Psichiatria.
Fabrizio Asioli ha diretto il Dipartimento di Salute Mentale di Reggio Emilia e di Bologna, è advisor dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, professore a contratto presso la Socuola di specializzazione in Psichiatria della Università degli Studi di Bologna e ha fondato la Rivista "Psichiatria di Comunità".
Luigi Ferrannini, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, dirige il Dipartimento di Salute mentale e dipendenze della ASL 3 di Genova ed è docente a contratto di Psichiatria nella Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Genova.
Volume 15,5 x 22,5 cm
Brossura
Pagine 218
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