Non sei loggato
Home
1861-1870: l'Italia dei ginnasti soldati

Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1861-1870

L'Italia dei ginnasti soldati

 


Per quasi tutto l’Ottocento lo sport moderno fatica a trovare proseliti in Italia. E nemmeno cantori: per vedere la nascita dei fogli sportivi, in particolare ciclistici, bisogna attendere il secondo decennio dell’Unità d’Italia. Lo sviluppo delle discipline sportive risente della scarsa consistenza, numerica e culturale, della borghesia industriale italiana che stenta a introdurre modelli innovativi di comportamento, in linea con le élite inglesi o francesi. Eppure in Italia ci sono le migliori condizioni perché lo sport attecchisca: gli italiani che contano, loro soli, hanno storicamente propensione per il loisir, lo svago. Così come il temperamento ideale per il gioco e le feste. E la Chiesa, sino al 1970, ha altro cui pensare.



Un dato in più: l’urbanizzazione avanzata di cinque città italiane (Roma, Napoli, Milano, Palermo e Venezia sono allora tra le più densamente abitate d’Europa) rappresenta un serbatoio potenziale per lo sviluppo degli sport. Nemmeno va sottostimata la tradizione associativa, pur recente, che vive uno sviluppo crescente e impensato: in ogni dove, lungo la Penisola, nascono sodalizi sportivo-ricreativi. In prima istanza, già negli anni Quaranta, erano nate associazioni segrete d’ispirazione carbonara alle quali si erano aggiunte società semisegrete di ginnastica, chiamate ad addestrare i soci atleti alle future battaglie, infondendo loro vigore e tonicità. Lo stato post-unitario incoraggia l’idea dei muscoli al servizio del soldato più che dell’atleta, tanto che si afferma da più parti che una palestra, senza il richiamo alla patria, abbia ben poca ragion d’essere. Ora che l’Italia è fatta, davvero restano da costruire gli italiani.

Il Paese unito era nato nella chiara ostilità delle masse popolari, penalizzate dalla separazione tra questione nazionale e situazione sociale: ai braccianti premeva maggiormente un salario decente piuttosto che la cacciata degli austriaci o dei borbonici. Basta in questo senso ricordare che tra il 1861 e il 1886 la percentuale dei votanti non sarebbe mai stata superiore al 60%, ma gli aventi diritto al voto altro non erano che il 2,25% della popolazione adulta.

Occorre nel periodo depurare le classi borghesi dalle tossine del mercantilismo che si rifacevano alla logica utilitaristica. Per questo gli eroi dello sport non devono essere remunerati per le loro prestazioni e questo li parifica agli eroi antichi, mossi dal desiderio di conquistare la gloria e l’immortalità, non certo dalla voglia di arricchirsi.
La borghesia, non dimentichiamolo, ha reinventato lo sport per sé e desidera tenerselo stretto. La prova sta nella distinzione tra dilettantismo e professionismo, il solo modo di evitare che i borghesi si trovino a remare, cavalcare, giocare gomito a gomito con i proletari. I due mondi devono restare divisi, senza commistioni e contaminazioni.

Alla tradizione degli svaghi nobiliari appartiene la Società lombarda corse dei cavalli, sorta appena prima, nel 1857, mentre – sempre a Milano – viene introdotta la pratica marziale del tiro a volo. Il Tiro a segno consorziale dei Carabinieri milanesi è inaugurato dallo stesso Giuseppe Garibaldi il 22 marzo 1862 (nell'immagine il bersaglio originale del 1862 su cui si vede il tiro sparato da Giuseppe Garibaldi in persona all’inaugurazione). Nella primavera del 1870 prende vita il Veloce Club cui concorrono i baroni Giuseppe e Fausto Bagatti Valsecchi, grandi amanti del velocipede.

 


Il circo e lo sport convivono, sembrano una grande famiglia. Nel decennio sono numerosi gli esempi di ginnasti, schermidori, fantini, cavallerizzi, ciclisti, atleti, pugili, lottatori, a essere ingaggiati nelle compagnie circensi. Alcuni di loro divennero delle autentiche celebrità. Jules Léotard, ottimo terzo nella ciclistica Firenze-Pistoia, inventò il trapezio volante; Edoardo Ancillotti, anch’egli buon ciclista, improvvisò un apprezzato numero di acrobatica da tappeto. Basilio Bartoletti, padre della lotta italiana, fu contemporaneamente artista e impresario circense.

Costantino Reyer, originario di Graz, brillante insegnante di educazione fisica, nel 1866 scelse di vivere a Venezia per dedicarsi alla divulgazione dell’attività fisica di cui era un convinto assertore. E produsse tanti atleti nelle sue palestre a Venezia da meritarsi l’intitolazione della famosa squadra di basket della città, alla stregua di un nume tutelare. Angelo Mosso, valente fisiologo e pedagogo, pone nel decennio le basi per la medicina dello sport della quale è un antesignano, un vero e proprio precursore.

Lo sport nel primo decennio dell’Unità si limita all'attività ginnica e all'educazione fisica. Il dibattito politico verte sui due temi con un’impronta, come detto, di stampo militarista. Diversa la posizione in altri ambiti – la scuola e gli oratori cattolici – dove si afferma l’utilità dell’attività fisica per distogliere i giovani dalla strada, dal vizio e dagli ozi.

Del 1869 è la nascita della Federazione ginnastica d'Italia, a impronta laica, apolitica e areligiosa. Questo non facilita il rapporto con le società ginniche cattoliche, tanto che i concorsi ginnici dell’area sono boicottati, al pari degli atleti cui viene negato il tesseramento. Nel marzo 1870 nasce la Società ginnastica Milanese dalla quale, per scissione, emerse anni più tardi la celebre Pro Patria.

Nell’Italia del tempo la campagna rimane legata ai ritmi medioevali del lavoro nei campi, mentre in città fa la sua timida comparsa l’orario lavorativo. Anche in Italia si vocifera di Olimpiadi, grazie ai tentativi di ripristinarle operati da Evangelistas Zappas, un ricco greco residente in Romania. Infruttuose le esperienze del 1870, ribadite senza successo qualche anno più tardi. L’improvvisazione del greco non paga, bisognerà attendere la “lucida follia” di un sognatore, il barone Pierre de Coubertin, per arrivare anche da noi a pensare ai Giochi, sui quali si dibatterà ben prima dell’edizione romana del Novecento.

 

 

Elenco delle puntate

Ultimo aggiornamento (Venerdì 25 Marzo 2011 11:11)