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1911-1920: Montessori, primo medico donna

Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1911-1920

Montessori, primo medico donna

 


Anconetana di Chiaravalle, prima donna laureatasi in Italia in Medicina, Maria Montessori deve la sua fama alla prepotente vocazione per i più piccoli, ai quali dedica ogni suo sforzo. Dopo essersi occupata di piccoli handicappati e ritardati mentali, matura la convinzione che il trattamento, con qualsiasi soggetto, dev’essere di natura pedagogica, non solo medica. Elabora un metodo di educazione che estende ben presto a tutti i piccoli dai tre ai sei anni e lo applica nel popolare quartiere di San Lorenzo, a Roma, dove fonda la prima “casa del bambino”. La psicologia scientifica applicata all’educazione infantile è il volume che consacra la Montessori agli onori del mondo. Il metodo trova il suo riconoscimento a partire dal 1913. Tradotto in 22 lingue, accompagna un corso che la Montessori avvia a favore degli insegnanti e sarà frequentato da docenti di 17 nazioni. L’esperimento sarà ripetuto in ogni continente. Un po’ ovunque sorgono scuole dedicate a questo metodo. Il concetto che il bambino non va costretto nei rigidi schemi fisici e mentali degli adulti troverà la progressiva ostilità delle gerarchie fasciste e poi naziste, che preferiscono i condizionamenti guerreschi della Gioventù italiana del littorio e della Hitlerjugend, tanto che negli anni Trenta le scuole Montessori saranno chiuse in Italia e in Germania. Esule dapprima in Olanda, poi in Svezia, Spagna, Inghilterra, Cina e infine in India dove la sorprende la Seconda guerra mondiale, la Montessori si vede internata in un campo, ma gli inglesi le consentono di tenere corsi di istruzione rivolti a insegnanti indiani, brahmini, musulmani e parsi.



Dopo quasi mezzo secolo senza conflitti, la Grande Guerra, dal 1914 al 1918, vale quasi quanto un’epidemia sociale. Non è un evento biologico, ma ha tutti gli aspetti di epidemicità e letalità che facevano apparire “pestilenziale” qualsiasi malattia su ampia scala, alla stregua della peste del Trecento: “Stragi di combattenti, epidemie negli eserciti e da questi propagate nelle popolazioni civili, carestia e fame, devastazione di ampi territori, oppressione o fuga dei loro abitanti, disgregazione delle famiglie, impedimento a nuove nozze”. Il secondo decennio del Novecento, il secolo della scienza luminosa e trionfante, vede l’umanità arretrare ai tempi bui. La guerra tutto stravolge: emergono la meningite cerebro-spinale epidemica, l’encefalite epidemica e altre malattie infettive il cui contagio è favorito dai rapidi spostamenti da regione a regione. Le infezioni tifiche imperversano, l’esercito diventa la “fabbrica della tisi”, la malaria recupera terreno e ritorna a essere un problema irrisolto. Dal novembre 1917 al novembre 1918 molte migliaia di tubercolotici cadono uno dopo l’altro, in un tragico effetto domino. Nell’estate si propaga l’epidemia di influenza detta “la spagnola” che in pochi mesi produce, tra la gente indebolita da anni di privazioni, 600 mila morti, l’equivalente delle perdite prodotte dal conflitto mondiale. La battaglia di Vittorio Veneto, seguita dalla forzata immigrazione di soldati nemici, diffonde rapidamente l’epidemia di tifo petecchiale, nel 1919, e l’epidemia di vaiolo nel biennio 1919-1920.

Il medico del primo dopoguerra è ben diverso da quello di fine Ottocento, un tecnico della salute il cui strumentario comprendeva “l'oriuolo coi minuti secondi, il termometro per uso clinico, l'abbassatore della lingua, lo stetoscopio, il plessimetro e il piccolo laringoscopio. Vi sono poi casi dove si richiede lo specillo e, per cura piuttosto che per diagnosi, ora una lenciuola pel salasso ora un apriascessi e ora una siringa per iniezioni ipodermiche”. L'orologio misura il polso, il termometro la quantità della febbre. Alla strumentazione “metrica” subentra quella “scopica”. L'occhio clinico investiga l'organismo umano, ispeziona i distretti corporei, con il conforto del plessimetro. Domina incontrastato lo stetoscopio che rende disponibile la segnaletica dell’endotorace, cuore e polmoni e affina l’occhio clinico stesso. La medicina, da superficiale, si fa profonda. Lo sguardo del medico si rivolge anche all’interno dell’organismo, l’endoscopia fa passi da gigante. L’abbassatore della lingua e il laringoscopio consentono d’investigare le prime vie respiratorie e digestive. Il medico è insieme ginecologo, otorinolaringoiatra e oculista, termini che, da aggettivi, si fanno sostantivi. Il medico è anche chirurgo di nome, perché “lavora con le mani”, cioè opera, interviene di fatto, per studi, preparazione, competenza, esperienza. Lo è a livello di piccola chirurgia ma anche nella grande chirurgia ospedaliera dove è già uno specialista.

Uno dei maestri del periodo è Edoardo Bassini, grande clinico e chirurgo che opera a Padova. Celeberrimo per i suoi interventi d’ernia, molte migliaia di persone gli devono riconoscenza. Rifulge nel decennio anche Giorgio Nicolich, padre della moderna chirurgia urologica, operativo in ospedale in una Trieste al tempo ancora asburgica. Nella chirurgia degli arti si distinguono Alessandro Codivilla e Pietro Panzeri, grandi protagonisti dell’Istituto ortopedico dedicato a Bologna alla memoria di Francesco Rizzoli, un grande esperto delle patologie dell’apparato locomotore.

Alle soglie degli anni Venti emerge prepotente la radiologia, disciplina ormai autonoma che annota non pochi problemi: dolorose le esperienze delle prime radio-lesioni, con medici e infermieri colpiti da eritemi cutanei. Del tutto somiglianti agli eritemi solari, fanno ritenere che i raggi X siano presenti in dosi importanti nella luce solare e conseguentemente siano benefici. Niente di tutto questo, tanto che l’evoluzione in piaghe degli eritemi pone in rilievo la loro pericolosità, anche se ha riflessi positivi: nasce la radioterapia, una nuova disciplina di cui è artefice Augusto Righi, il maggior fisico italiano del tempo. Ma taluni ritengono sconveniente che in un ambito del tutto medico la novità venga da un non medico, ancorché bravissimo. Dei tecnici di laboratorio ancora non si parla.

 

 

Elenco delle puntate

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 27 Aprile 2011 09:29)