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2001-2010: il rombo di Michael e Valentino
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Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

2001-2010

Il rombo di Michael e Valentino

 


Il nuovo millennio incomincia con il rombo di un motore. È quello della Ferrari che vince il Campionato del mondo di Formula uno per cinque anni consecutivi, dal 2000 al 2004. Un’impresa straordinaria che esalta le folle e riporta l’automobilismo in vetta alla classifica delle passioni. A guidare i bolidi rossi nell’esaltante quinquennio è il pilota tedesco Michael Schumacher, che ha già vinto due titoli, nel 1994 e nel 1995, alla guida di una Benetton. Il mondiale torna a Maranello dopo una lunghissima pausa: l’ultima vittoria risaliva al 1979, colta dal sudafricano Jody Scheckter. Se Schumacher ha vinto sette titoli di campione del mondo, c’è un ragazzino di Tavullia (un paesino della Romagna tra Pesaro e Cattolica) che fa ancora meglio di lui, arrivando a quota nove. Il suo nome è Valentino Rossi e di professione fa il motociclista. Rossi è un talento innato, un vero e proprio centauro, metà uomo e metà motocicletta. Il suo primo successo mondiale arriva nel 1997, quando ha soltanto 18 anni e trionfa nella 125 alla guida di un’Aprilia. Due anni dopo fa il bis, ma il quinquennio d’oro di Rossi coincide proprio con gli anni del dominio di Schumacher, quasi voglia togliergli la ribalta. Valentino si aggiudica cinque titoli consecutivi, dal 2001 al 2005, per i primi tre anni su una Honda, negli altri due su una Yamaha. Nel 2008 e nel 2009 completerà il suo record ancora su Yamaha.



Nel 2006 torna alla ribalta il calcio. I Mondiali si giocano in Germania, con i padroni di casa favoriti. L’Italia è guidata da Marcello Lippi subentrato a Trapattoni. Gli azzurri godono di poco credito. Quattro anni prima, in Giappone, sono stati eliminati negli ottavi dalla Corea del Sud e dalle malefatte dell’arbitro Moreno e sono pochi a credere in loro. Invece arriva la grande impresa. L’Italia supera facilmente il primo turno, poi salta gli ostacoli rappresentati da Australia e Ucraina e in semifinale si trova di fronte la Germania. L’avventura è finita, pensano in molti, e invece l’Italia compie il miracolo. Dopo 119 minuti di aspra battaglia il difensore Fabio Grosso porta l’Italia in vantaggio, imitato un minuto dopo da Alex Del Piero. Gli azzurri volano in finale e il 9 luglio affrontano a Berlino la Francia di Zidane. È, questa, la famosa partita della “testata”. Nel corso dei supplementari, quando il punteggio è di 1-1 ed è ormai evidente che il titolo mondiale verrà assegnato ai rigori, si vede Zinédine Zidane che a tre quarti di campo punta Marco Materazzi e lo abbatte con una testata al torace, all’altezza del cuore. Il francese viene espulso e nessuno saprà né vorrà mai spiegare il perché del suo gesto. L’Italia vince il quarto titolo della sua storia (dopo Roma 1934, Parigi 1938 e Madrid 1982) grazie ai rigori segnati da Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero e Grosso.



Un campione di sei anni conquista il mondo rivelandosi il più forte di tutti i tempi nella sua specialità. È Varenne, un trottatore meraviglioso venuto al mondo a Ferrara. Nel 2001, affidato alle redini di Gianfranco Minnucci, vince tutte e tre le prove del Grande Slam europeo, vale a dire l’Amerique, il Lotteria e l’Elitlopp. Poi va in America a stracciare tutti nella Breeders Crown. Un’impresa mai riuscita a nessun altro. Nel 2002 Varenne ripete pari pari l’impresa: Grande Slam europeo e trionfi su tutte le piste americane. Poi va in pensione, nel senso che si adopera per la riproduzione.



Nel 2003 Giuseppe Gibilisco si laurea campione del mondo di salto con l’asta a Parigi superando quota 5,90 metri. Mai si era verificata prima una vittoria italiana nella disciplina. Nel 2004 le Olimpiadi tornano dove sono nate, in Grecia. L’Italia onora l’impegno vincendo dieci medaglie d’oro, undici d’argento e undici di bronzo. Sono tutte vittorie importanti, ma una nota di merito va a Igor Cassina: il ragazzo di Seregno vola come un angelo alla sbarra, inventando un nuovo movimento che prenderà il suo nome e per la prima volta l’Italia si afferma nella specialità. Gli altri ori sono di Valentina Vezzali (fioretto), Aldo Montano (sciabola), squadra femminile di fioretto, pallavolo femminile, Stefano Baldini (maratona), Paolo Bettini (ciclismo su strada), Ivano Brugnetti (20 km di marcia), Andrea Benelli (tiro a volo skeet individuale) e Marco Galiazzo (arco). Quattro anni dopo, a Pechino, l’Italia vincerà due medaglie d’oro in meno, fermandosi a quota otto. La più brillante è quella di una ragazzina di vent’anni, Federica Pellegrini, che in piscina si aggiudica i 200 stile libero, ponendo le basi per una strepitosa carriera.

Al Giro d’Italia otto vittorie italiane nel decennio 2001-2010. Se le spartiscono Gilberto Simoni (2001 e 2003), Paolo Savoldelli (2002 e 2005), Ivan Basso (2006 e 2010), Damiano Cunego (2004) e Danilo Di Luca (2007). Le edizioni del 2008 e e del 2009 vanno rispettivamente allo spagnolo Alberto Contador e al russo Denis Menchov. Va molto peggio al Tour de France: soltanto un secondo posto nel 2005 e un terzo posto nel 2004, sempre con Ivan Basso. Benissimo invece il Mondiale su strada. Nel 2002 a Zolder vince Mario Cipollini, nel 2006 e 2007 a Salisburgo e Stoccarda è primo Paolo Bettini, nel 2008 a Varese la maglia iridata è di Alessandro Ballan.

Nel 2006 Torino diventa la capitale mondiale della neve ospitando i Giochi olimpici invernali. È la seconda volta che la manifestazione si svolge in Italia, dopo Cortina d’Ampezzo nel 1956. Le speranze azzurre sono puntate su Giorgio Rocca nello slalom speciale e su Carolina Kostner nel pattinaggio artistico. Ma i due favoriti deludono e gli ori arrivano per altre vie. Per un totale di cinque: due vengono da Enrico Fabris nel pattinaggio di velocità, due da Giorgio di Centa nello sci di fondo, una da Armin Zöggeler nello slittino. Nessuna medaglia d’argento e sei di bronzo. Il bilancio complessivo delle medaglie dello sport italiano annota sin qui la scherma al primo posto, con 578 allori conquistati nelle competizioni di vertice. In generale, fra specialità individuali e di squadra l’Italia ha sin qui ottenuto 116 medaglie olimpiche, 294 mondiali e 168 europee.

 

 

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