You're not logged in
Home
1991-2000: la cometa Pantani
There are no translations available.

Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1991-2000

La cometa Pantani

 


Il calcio degli anni Novanta si chiama Milan. La squadra rossonera non ha più in panchina Sacchi, passato alla guida della Nazionale, ma Fabio Capello non lo fa rimpiangere. Nel corso del decennio il Milan vince cinque scudetti (1992, 1993, 1994, 1996 e 1999) due Champions League (1993 e 1994), una Supercoppa UEFA (1994), tre Supercoppe italiane (1992, 1993 e 1994). Il suo uomo-simbolo è Franco Baresi, il capitano. L’uomo-simbolo della Nazionale è invece Roberto Baggio, il "divin codino". Arrigo Sacchi non lo ama fino in fondo per l’insofferenza del vicentino agli schemi tattici troppo rigidi, ma è comunque obbligato ad affidarsi a lui se vuole vincere il Mondiali che si giocano negli Stati Uniti. Baggio trascina l’Italia fino alla finale, ma tre giorni prima della partita decisiva contro il Brasile di Romario si infortuna e non è al cento per cento. Forse per questo manca un’occasione d’oro nei supplementari. La partita termina a 0-0 e per la prima volta nella storia dei campionati del mondo il titolo verrà assegnato ai rigori. L’Italia, ironia della sorte, viene battuta per due errori commessi proprio dai due calciatori simbolo: Franco Baresi e Roberto Baggio. L’appuntamento con il quarto titolo è rinviato a Germania 2006, sotto il cielo di Berlino.

Trentatré anni dopo Felice Gimondi, finalmente un italiano vince il Tour de France. È il cesenate Marco Pantani, detto "il pirata", che trionfa sulle strade francesi nel 1998, all’età di 28 anni. La vittoria è entusiasmante per il modo in cui viene ottenuta: una travolgente galoppata sulle Alpi, in particolare sul colle del Galibier, che consente a Pantani di staccare di nove minuti il tedesco Ullrich che lo precedeva in classifica di oltre quattro minuti. Pantani nel cuore degli italiani, dunque, anche perché la vittoria conquistata al Tour segue di un mese quella colta al Giro d’Italia: un’accoppiata che solo pochi grandi del ciclismo sono riusciti a compiere: Coppi, Merckx, Anquetil, Hinault, Roche e Indurain. L’Italia si innamora del "pirata", lo considera uno dei più grandi scalatori di tutti i tempi, e passano in secondo piano anche le imprese di Gianni Bugno, che, dopo avere vinto il Giro d’Italia del 1990, conquista due titoli mondiali consecutivi, nel 1991 e nel 1992. Pantani ha qualcosa in più e l’Italia piangerà di dolore, incredula, quando, nel 2004, morirà tragicamente, vittima della solitudine, della depressione e di qualche pastiglia di troppo.

Nato nel 1969 e battezzato Juri in omaggio al primo uomo nello spazio, il russo Gagarin, il piccolo ginnasta di Prato Juri Chechi vive un decennio di straordinaria intensità. La sua specialità sono gli anelli e, dopo aver vinto il titolo europeo nel 1989, è il favorito assoluto alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Ma il destino reclama un prezzo alto: un mese prima dell’inizio dei Giochi, Chechi si rompe un tendine d’Achille in allenamento ed è costretto a saltare l’appuntamento olimpico. Il futuro "signore degli anelli" non si perde d’animo. Torna in pedana un anno dopo e dimostra di essere più forte di prima, vincendo cinque titoli mondiali consecutivi, dal 1993 al 1997, impresa mai riuscita a nessuno. Ma l’appuntamento più importante è quello con le Olimpiadi. Chechi partecipa a quelle di Atlanta del 1996 e vince l’oro che soltanto la sorte gli aveva negato quattro anni prima. Nel 2000 la storia si ripete: un infortunio a un tendine gli impedisce di essere in gara a Sydney. Chechi non si arrende e quattro anni dopo si ripresenta ad Atene. Il "signore degli anelli" ha già 35 anni, ma compie un’impresa straordinaria vincendo la medaglia di bronzo.

Gli anni Novanta celebrano anche il successo della nazionale di pallavolo. Gli azzurri dopo aver vinto il primo titolo della sua storia a Rio de Janeiro, guidati da Julio Velasco, caliente argentino di La Plata, si confermano campioni del mondo nel 1994 e nel 1998 e si aggiudicano il titolo europeo nel 1993, nel 1995 e nel 1999. Non va a segno, invece, il colpo alle Olimpiadi. Nel 1996 la favoritissima Italia di Velasco deve accontentarsi della medaglia d’argento, inaspettatamente battuta in finale dall’Olanda per tre set a due. E sarà argento anche alle Olimpiadi del 2004.

 

Dopo le prime vittorie viene banalmente battezzata "Tomba in gonnella", ma ben presto, quando i successi si ripetono e, soprattutto, entusiasmanti, Deborah Compagnoni brilla di luce propria, senza bisogno di paragoni. Valtellinese di Bormio, Deborah vince la sua prima medaglia d’oro alle Olimpiadi di Albertville del 1992, specialità Supergigante. Il giorno dopo, mentre scende nello slalom gigante lancia un urlo che entra in tutte le televisioni del mondo: le sono saltati i legamenti del ginocchio. Comincia un calvario che la giovane (è nata nel 1970) supera con grande coraggio, tanto che nel 1994 conquista un altro oro olimpico, a Lillehammer, in Norvegia, proprio in slalom gigante. Oro che vincerà anche nel 1998 a Nagano, riuscendo a essere la prima sciatrice al mondo a vincere tre medaglie d’oro in tre Olimpiadi diverse. A questi successi vanno aggiunti due titoli mondiali conquistati nel 1996 e nel 1997. Mai nessuna, in Italia, come lei. Ma lo sport della neve non è fatto soltanto di discese. Esiste anche il fondo e ce lo ricorda un’altra campionessa straordinaria, Manuela Di Centa, che nel 1994 ai Giochi olimpici di Lillehammer vince due medaglie d’oro (nella 15 km e nella 30 km), due d’argento (5 km e inseguimento) e una di bronzo (staffetta 4x5 km). Nel 2006 il fratellino di Manuela, Giorgio, vincerà a sua volta due ori a Torino nella 50 km e nella staffetta 4x10 km.

 

Giovanna Trillini e Valentina Vezzali, tutte e due di Jesi, fanno grande la scherma italiana, specialità fioretto. Comincia la Trillini (nata nel 1970, quattro anni prima della Vezzali) vincendo l’oro individuale a Barcellona ‘92 e ben tre ori nelle prove di squadra (1992, 1996 e 2000). Passerà poi il testimone alla concittadina che sarà l’unica schermitrice della storia a vincere tre ori consecutivi nelle gare individuali: nel 2000, 2004 e 2008. E non è finita, perché la Vezzali sarà presente anche a Londra nel 2012.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elenco delle puntate