You're not logged in
Home
1971-1980: Giacomo Agostini, un fenomeno
There are no translations available.

Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1971-1980

Giacomo Agostini, un fenomeno

 


Quando nel 1971 Gustav Thoeni, ventenne, vince la sua prima Coppa del Mondo di sci, si pensa all’exploit eccezionale di un ragazzo nato ai piedi dello Stelvio, a Trafoi, e dotato di doti straordinarie. Quando ai clamorosi successi di Thoeni − vincitore di quattro Coppe del Mondo (1971, 1972, 1973 e 1975), di due mondiali (1974) e di un’Olimpiade (Sapporo 1972) − si aggiungono quelli di Piero Gros (Coppa del Mondo 1974) s’intuisce che sta montando un vero e proprio fenomeno. L’Italia dello sport guarda con interesse crescente allo sci e quando la nazionale maschile diretta da Mario Cotelli si aggiudica i primi cinque posti nello slalom gigante di Berchtesgarden, il 7 gennaio 1974, La Gazzetta dello Sport pubblica in prima pagina un titolo che diventerà immediatamente popolare: “Valanga azzurra”, una definizione che ancora oggi fa parte del dizionario dello sport italiano, alla pari del “Settebello”, del “Cavallino rampante” e di altre fortunate espressioni. I cinque classificati nello slalom dei sogni sono, nell’ordine, Piero Gros, Gustavo Thoeni, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna. Il loro ciclo durerà fino al 1976, dopodiché lo sci azzurro andrà in letargo, in attesa di essere risvegliato, nella seconda parte degli anni Ottanta, da Alberto Tomba.

Le Olimpiadi di Monaco del 1972 recano una scia di sangue. Il 5 settembre un commando di terroristi palestinesi aderenti a Settembre Nero fa irruzione nel villaggio olimpico prendendo in ostaggio un gruppo di atleti israeliani e ammazzandone due. Gli assalitori vogliono la liberazione di 234 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e quella dei terroristi tedeschi Andreas Baader e Ulrike Meinhof, incarcerati in Germania. La trattativa non decolla e dopo 24 ore l’azione, in aeroporto dove sequestratori e ostaggi si sono trasferiti, si chiude con un massacro. Nell’ultimo scontro a fuoco muoiono cinque terroristi, un poliziotto e nove atleti. I Giochi però non si fermano. Sia pure con gli occhi pieni di pianto e di rabbia si va avanti. E l’Italia celebra la nascita di una stella: la diciottenne nuotatrice padovana Novella Calligaris, uno scricciolo rispetto alle giunoniche rivali statunitensi e tedesche, vince l’argento nei 400 stile libero. È la prima medaglia olimpica nella storia del nuoto azzurro. La giovane Novella si supererà nel 1973 a Belgrado vincendo ai Mondiali gli 800 stile libero con il primato portato a 8’52”973.

Un altro sport, il motociclismo, si tinge d’azzurro negli anni Settanta, per merito di Giacomo Agostini, bergamasco di Lovere, che alla guida prima di una MV Agusta e poi di una Yamaha si dimostra il migliore del suo tempo. Comincia a collezionare titoli mondiali già negli anni Sessanta, ma la vetta la raggiunge nel 1975 quando conquista il quindicesimo alloro: 8 titoli nella classe 500 cc, 7 nella 350. Agostini in carriera vincerà 123 Gran Premi e collezionerà 20 altri titoli tricolori. Il 1976 è l’anno d’oro di Adriano Panatta, tennista romano che tocca l’apice del rendimento a 26 anni. Nella sua città vince gli Internazionali d’Italia battendo in finale l’argentino Guillermo Vilas in quattro set; un mese dopo la replica a Parigi, al Roland Garros, e alla fine dell’anno la conquista della Coppa Davis in Cile assieme a Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli. Il capitano non giocatore della squadra italiana è Nicola Pietrangeli e l’Italia del tennis si dibatte in un dilemma irrisolto: chi dei due è stato il miglior tennista italiano, Nicola o Adriano?

Pietro Mennea non ha un carattere facile. Figlio di un sarto e di una casalinga di Barletta, affronta la vita a grinta spianata, la stessa che mette in pista nelle gare di velocità. Non essendo rapidissimo in partenza, si dedica ai 200 metri piani, dove c’è il tempo di recuperare. E lo fa alla grande con una corsa che fa arricciare il naso ai puristi, ma allo stesso tempo lascia interdetti i rivali. Nel 1979 Mennea, ribattezzato dai giornali sportivi “La freccia del Sud”, sale sul tetto del mondo. Alle Universiadi di Città del Messico vince l’oro stabilendo il record mondiale con il tempo di 19”72. Il primato resisterà 17 anni, battuto da Michael Johnson nel 1996. Nel 1980 la carriera di Mennea si arricchisce di un’altra perla: la vittoria sui 200 metri alle Olimpiadi di Mosca. La “freccia del Sud” è avvantaggiata dall’assenza della squadra statunitense, che ha boicottato i Giochi in polemica con l’URSS, ma gli esperti giurano che avrebbe vinto ugualmente, chiunque avesse incontrato in pista. Mennea non è il solo azzurro a brillare ai Giochi di Mosca. C’è anche Maurizio Damilano, marciatore piemontese di 23 anni che vince la medaglia d’oro della 20 chilometri e c’è, soprattutto, l’amatissima Sara Simeoni, campionessa di salto in alto. Sara detiene il record mondiale con 2,01 metri, superati a Brescia nel 1978, ed è la favorita. Ma per rispettare i pronostici ci vogliono i nervi saldi e la ventisettenne atleta veronese dimostra di averli. Il titolo è suo con la misura di 1,97 metri. È la seconda medaglia d’oro italiana conquistata alle Olimpiadi da una donna dopo quella di Ondina Valla del 1936.



Negli anni Settanta il “grande assente” dello sport italiano sembra il calcio. E quando balza alla ribalta lo fa nel peggiore dei modi. Nel 1979 la tragedia all’Olimpico di Roma, dove un tifoso laziale, Vincenzo Paparelli, un’ora prima del derby capitolino è colpito da un razzo sparato dalla Curva Sud, tradizionale sede del tifo giallorosso. Per l’uomo, trasportato immediatamente in ospedale, non c’è nulla da fare. Nel 1980 scoppia lo scandalo del calcio-scommesse che coinvolge giocatori, dirigenti e società di serie A e di serie B. Le conseguenze sono disastrose. Tra le società illustri ci sono anche il Milan e la Lazio che vengono retrocesse in serie B. Tra i calciatori il portiere della mitica partita Italia-Germania del 1970, ovvero Ricky Albertosi, e l’astro nascente Paolo Rossi. Quest’ultimo viene squalificato per due anni e rientrerà giusto in tempo per giocare il “Mundial di Spagna”.

 

 

Elenco delle puntate