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1971-1980: Nasce il Servizio sanitario nazionale
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Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1971-1980

Nasce il Servizio sanitario nazionale

 


La società del benessere è ormai un dato acquisito per l’Italia degli anni Settanta, nonostante i tassi di crescita si siano ormai stabilizzati e il boom economico cominci a mostrare qualche crepa. Sul piano politico, infatti, il decennio si rivela forse il più tragico della storia repubblicana. Le tensioni sociali − in parte ereditate dai sommovimenti del Sessantotto, in parte dovuti alla crescente contrapposizione tra il mondo industriale e la classe operaia − sfociano nel terrorismo, in una perversa spirale di omicidi, stragi e sequestri. Quello più eclatante, di cui è vittima Aldo Moro, serve a ricompattare maggioranza e opposizione nella stagione della “solidarietà nazionale”. Lo straordinario sviluppo del dopoguerra, invece che ridurre, ha accentuato il divario Nord-Sud già manifestatosi nell’Italia liberale e poi fascista. La forte industrializzazione delle regioni settentrionali − realizzata, certo, grazie a una manodopera per buona parte meridionale − promuove il Paese tra le economie più ricche del mondo, ma lascia quasi invariata la situazione al Sud. E non si tratta solamente di un gap produttivo, ma di una differente evoluzione in termini di condizioni igienico-sanitarie. A testimoniarlo il ritorno del colera nell’agosto 1973: a Bari, in Sardegna e, in particolare, a Napoli. E qui emergono in tutta la loro evidenza le carenze infrastrutturali di una città dalla grandi tradizioni culturali ma apparentemente destinata a incarnare tutti i mali di un Sud ancora per molti versi ottocentesco: male amministrata, del tutto priva di garanzie igieniche nei suoi quartieri più poveri, poco incline a scendere a compromessi con uno Stato considerato estraneo.

Il vibrione del colera, malattia che in Italia non si vedeva dall’inizio del secolo, miete a Napoli oltre 800 intossicati e 19 morti; a veicolare il batterio sono i mitili, volgarmente detti “cozze”, largamente coltivati nel golfo di Napoli. In compenso, nel Nord industriale, la nube tossica a base di diossina provocata dall’Icmesa di Seveso fa intendere che anche il progresso, e non solo l’arretratezza, ha i suoi costi in termini di vite umane.

Anno di fondamentali leggi sanitarie, il 1978. Per prima la 180, meglio conosciuta come “legge Basaglia”, dal nome dello psichiatra veneziano che l’ha ispirata. Il nocciolo della legge è la chiusura dei manicomi, strutture di ricovero che a volte sconfinano nel lager; allo stesso tempo si vogliono aprire al paziente psichiatrico le porte del mondo “normale”, attraverso un progressivo reinserimento nella società, in modo che la malattia mentale divenga, nel pensiero corrente, assimilabile a tutti gli altri disturbi organici. Segue a ruota la 194, che legalizza l’aborto, allinea l’Italia alla normativa già esistente nei Paesi europei considerati più avanzati e mette fine, almeno nelle intenzioni, alla turpe pratica degli aborti clandestini. A distanza di anni le leggi 180 e 194 hanno mostrato aspetti irrisolti e continuano a suscitare polemiche ma rimangono pietre miliari della legislazione sociale e sanitaria italiana.


Il 23 dicembre 1978 è il giorno della svolta: nasce, con la legge 833, il Servizio sanitario nazionale. Al momento dell’approvazione, ministro della sanità è la democristiana Tina Anselmi, una delle personalità di maggior spicco dell’Italia democratica, che tanto si è battuta perché si arrivasse al varo del provvedimento. A dire il vero il cammino è stato lungo e tortuoso, contrassegnato dall’esigenza di concludere la lunga stagione delle mutue, che nel tempo avevano mostrato la corda, in quanto disomogenee e frammentate. È ben presente in tutti l’esigenza di una sanità pubblica capace davvero di tutelare l’intera popolazione, in linea con i precetti della Costituzione: il cittadino non deve pagare le prestazioni sanitarie pubbliche in quanto già versa il suo contributo pagando le tasse. La legge 833 pone le basi, grazie alle Unità sanitarie locali, dell’aziendalizzazione della sanità che si sarebbe consolidata negli anni successivi, parallelamente al trasferimento alle Regioni di poteri sempre più ampi in materia di assistenza. Alle Usl viene assegnato un largo spettro di competenze: educazione sanitaria, prevenzione, diagnosi e cura, sicurezza sul lavoro e via dicendo. Oneri forse eccessivi.

È una bella storia quella di Renato Dulbecco, premio Nobel nel 1975. La storia di un calabrese di Catanzaro, nato nel 1914, che si trasferisce presto con la famiglia in Piemonte, che si laurea a Torino ed entra a far parte dello staff di ricercatori dell’Istituto di anatomia diretto da Giuseppe Levi, dove trova come compagni di studi Salvador Luria e Rita Levi Montalcini. È anche la storia di un giovane che partecipa alla seconda guerra mondiale, prima sul fronte francese, poi niente meno che sul Don, e che, dopo l’8 settembre, si aggrega, in qualità di medico, a un’unità partigiana piemontese. La Resistenza, la Liberazione, un abbozzo di carriera politica poi, anche per lui, il volo transoceanico che lo conduce negli Stati Uniti, dove lavora soprattutto al Caltehc, il California institute of technology. Il Nobel gli viene assegnato, insieme a David Baltimore e Howard Martin Temin, “per le scoperte concernenti l’interazione tra virus oncogeni e materiale genetico della cellula”. Lunghissima è l’attività di ricerca di Dulbecco, che nel 1992 torna in Italia. Il Consiglio nazionale delle Ricerche gli richiede di organizzare un Progetto Genoma italiano. A questo scopo trascorre, negli anni seguenti, quasi la metà del suo tempo in Italia. Il Progetto produce alcuni risultati, ma risente dell’isolamento dei ricercatori e della ristrettezza di mezzi e finanziamenti. Giunge a conclusione dopo cinque anni ma non lo rinnovano.

Sul finire del decennio Mario Rizzetto, gastroenterologo dell’Università di Torino, scopre il virus dell’epatite Delta (Hdv). Il virus rientra nella categoria dei virus cosiddetti “difettivi” poiché ha bisogno della contemporanea presenza del virus B per potersi riprodurre.

 

 

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Last Updated (Wednesday, 01 June 2011 16:09)