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1971-1980: un terapeuta a tutto tondo
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Sport &  Medicina, 150 anni della nostra vita

1971-1980

Un terapeuta a tutto tondo

 


Negli anni Settanta si chiarisce finalmente un equivoco: il medico dello sport non è un “plurispecialista”, ma è un terapeuta di livello, dotato di una preparazione specifica, ben integrata, in grado di valutare i vari sistemi di adattamento fisiologico legati all’attività fisico-sportiva. Le sue competenze cliniche, ad ampio spettro, comportano un imprescindibile requisito: richiedono un costante aggiornamento. Ben preparato sui traumatismi specifici di ogni disciplina sportiva, ottimo conoscitore delle normative federali e dei regolamenti, il medico dello sport rappresenta e incarna il supporto ideale per la gestione dell’assistenza sanitaria sul campo di gara, è in grado di valutare la posizione dei punti soccorso in loco, la loro attrezzatura, la competenza del personale medico, la consistenza e tipologia del personale ausiliario da impiegare efficacemente. La funzione sociale del medico dello sport trova subito ampia valorizzazione nella Federazione di riferimento, ente al servizio delle altre Federazioni sportive, degli Enti di promozione e delle Discipline associate, non a caso una delle federazioni del CONI. La Federazione medico sportiva italiana tutela, com’è logico, i suoi specialisti, ma si prende cura anche dei laureati in Medicina e Chirurgia le cui specifiche esperienze professionali sono convalidate, in ambito sportivo, da un esame superato con successo. Tra le molte attività sanitarie svolte a tutela dell’atleta, la Federazione medico sportiva provvede alla divulgazione delle conoscenze sullo sport, garantisce il controllo antidoping, s’impegna nell’educazione sanitaria degli italiani quale fattore primario di miglioramento fisico e morale della gioventù.

Nel 1971 si delinea il quadro normativo di riferimento: la legge 1099 detta le disposizioni per la tutela sanitaria delle attività sportive delegando le Regioni a occuparsi della tutela della salute pubblica attraverso il comparto sport. Nel 1975, con il decreto ministeriale che disciplina l’accesso alle singole attività sportive, diviene obbligatoria la visita medica e si stabiliscono i criteri di età e di sesso per svolgere le singole attività sportive. Altre tappe importanti da rimarcare sono gli eventi organizzativo-legislativi contro il doping di cui il medico dello sport è copromotore e la pubblicazione delle linee guida cardiologiche, senza dimenticare i criteri di valutazione pneumologica per l’idoneità all’attività sportiva. Nel 1978 entra in gioco il Servizio sanitario nazionale, ma la medicina dello sport fa storia a sé.

Unica lacuna che non si sanerà a breve, la ricerca in medicina dello sport procede in modo empirico, quasi sempre si lega all’esperienza dello specialista − sia esso allenatore o biologo o biomeccanico o clinico − più che alle evidenze dettate da accurate indagini scientifiche. Va detto che non soltanto da noi la ricerca stenta a decollare, lo stesso destino patiscono nazioni di grande tradizione come gli Stati Uniti che valutano la medicina dello sport come una specialità neonata, tanto che le più importanti associazioni mediche nazionali le riconoscono dignità piena solo dalla metà degli anni Settanta. I settori in cui si sviluppano la ricerca e la produzione scientifica sono comunque ampi e di rilievo, riguardano temi di larghissimo interesse: il trattamento e la prevenzione delle lesioni; le indicazioni di tipo nutrizionale; i principi dell’allenamento e la valutazione della performance; la partecipazione femminile alle gare in cui si richiede impegno massimale; la regolamentazione e il monitoraggio delle sostanze ergogeniche.

 

Sono, i Settanta, gli anni in cui prende piede anche la psicologia dello sport. Quest’ultima abbraccia le attività accademiche, di ricerca e professionali che sono alla base del comportamento delle persone che praticano lo sport o comunque un’attività fisica, a vario titolo. Gli psicologi dello sport s’impegnano nel comprendere i processi che guidano la prestazione motoria, i modi attraverso cui può essere stimolato l’apprendimento e si possono incrementate le prestazioni oltre ai modi con cui possono essere efficacemente influenzati le percezioni psicologiche e i risultati. Nel 1979 si pongono le basi per il riconoscimento della materia come fondamentale nel corso di studi in medicina dello sport, con l’organizzazione delle prime giornate di psicologia dello sport. Le promuove il dottor Ferruccio Antonelli nell’ambito della Scuola dello sport del CONI, subentrata all’Istituto di Medicina dello sport, a Roma, all’Acquacetosa. Cambia la nomenclatura, non gli esiti di una felice intuizione.

 

 

Elenco delle puntate

Last Updated (Wednesday, 01 June 2011 16:13)